La Lazio domina la Fiorentina, segna, poi… due rigori dubbi

La cronaca della partita Fiorentina-Lazio è tutta qui: i romani dominano (un gol nel primo tempo, e poi possesso palla, calci d’angolo, tiri in porta) ma finiscono per essere sconfitti con due rigori evitabili, ingenui, dubbi.

Primo rigore al 48’: Gudmundsson, appena entrato, trattiene il piede dopo aver calciato il pallone e viene toccato dal piede di Guendouzi che entra in ritardo. Lo calpesta? Dalle immagini sembra che lo urti appena. L’arbitro Marcenaro non ha dubbi, li hanno invece i calciatori e tifosi biancocelesti. Rigore, che Gudmundsson trasforma con un tiro perfetto.

Secondo rigore al 90’: Tavares tocca inutilmente Dodo sulla linea di fondo, quando il fiorentino non ha comunque modo di passare la palla al centro: un centimetro dentro l’area o un centimetro fuori? Nel diritto romano, “in dubio pro reo”. Il calcio per fortuna non è un processo penale, è un’altra cosa, e il Var decide per un centimetro dentro. Dalle immagini della tv di casa non si capisce, ma il Var deve avere immagini più precise, perché impone il calcio di rigore, trasformato dal solito specialista Gudmundsson, che respinge la richiesta di Kean di lasciarlo tirare a lui.

Insomma, l’unico gol conseguente a un’azione d’attacco l’ha segnato Gila che al 41’ ha girato di testa in rete il cross lanciato al centro da Tavares (c’è sempre lui nei gol della Lazio) su calcio di punizione.

Adesso Baroni dovrà trovare il tempo di infilare nella testa dei suoi l’obbligo di usare maggior prudenza nei confronti degli avversari, rinunciando a rischiare troppo quando non se ne vede l’utilità. Specialmente quando l’arbitro è uno severo come Marcenaro, che nei novanta minuti ha distribuito ben sette cartellini gialli.

Bruno Cossàr