Nanni: su pedaggio complanari A24 serve chiarezza del Governo

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Roma – “Dopo anni che seguo questa vicenda sono giunto alla conclusione che il pagamento del pedaggio delle complanari della A24 puo’ essere annoverato tra i grandi misteri d’Italia”. Cosi’ in una nota Dario Nanni consigliere del VI Municipio di Roma. “Oggi ho scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte- dichiara Nanni- per chiedergli di fare chiarezza una volta per tutte su questa vicenda, sulla quale mi batto da anni.”

“Mi permetto di ricordare infatti che fui il primo alla fine del 2013 a scoprire che l’utilizzo delle complanari sarebbe stato a pagamento. Infatti da presidente della commissione Lavori pubblici di Roma Capitale convocai una commissione con all’ordine del giorno proprio la cd viabilita’ locale della A24. A seguito di quella notizia presentai tutta una serie di atti e di richieste”.

“In primis- ricorda Nanni- presentai in Consiglio comunale una mozione che venne approvata e che impegnava gli uffici del Comune di Roma a convocare una conferenza alla quale avrebbero dovuto partecipare tutti i soggetti interessati. Poi richiesi un parere all’avvocatura comunale sulla procedura che doveva essere adottata per la consegna dei tratti stradali di accesso ai caselli autostradali. Sollecitai i ministeri e le commissioni parlamentari competenti per avere la documentazione in loro possesso rispetto agli accordi stipulati tra gli stessi e chi gestiva l’autostrada in oggetto. Scrissi all’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiedergli di farsi carico di questa vicenda”.

“A parte le classiche risposte di circostanza non ebbi nessuna riscontro concreto ne tanto meno un impegno tangibile da parte di qualcuno a chiarire di come stavano effettivamente le cose. A questo punto, visto che in questo periodo l’attuale governo sta riesaminando i rapporti con alcuni gestori di rete autostradali ho scritto al presidente Conte, allegandogli anche una sintesi argomentativa, chiedendogli a nome di migliaia di cittadini di chiarire come stanno effettivamente le cose. E’ assurdo- conclude Nanni- che quella che era stata pensata come un’opera pubblica realizzata nell’interesse generale e’ diventato l’ennesimo servizio a pagamento per i cittadini”.

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