Fipe: dove epidemia più modesta riaperture siano più facili

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Roma – “La situazione di Roma e del Lazio non e’ certo quella che si sta vivendo nelle zone dove e’ presente un maggiore focolaio di coronavirus, non sono io a dirlo, ma c’e’ un dato oggettivo. Noi ci auguriamo che ci sia una riapertura delle attivita’ ovunque, seppur con le necessarie cautele e con i necessari provvedimenti di carattere sanitario, ma e’ evidente che ci sono realta’ completamente diverse, e dunque pensiamo che possa essere anche utile lanciare una possibilita’ di apertura piu’ facile dove l’intensita’ dell’epidemia e’ piu’ modesta. Sicuramente sappiamo che c’e’ un problema di vasi comunicanti, ma sappiamo anche che c’e’ una gestione molto attenta degli spostamenti”. A dirlo e’ Luciano Sbraga, direttore della Fipe Roma, intervistato dall’agenzia di stampa Dire.

Del resto, per quanto riguarda le riaperture di bar, ristoranti e locali “la sensazione non e’ positiva- spiega Sbraga- perche’ sappiamo che questo lockdown probabilmente andra’ oltre la scadenza del 13 aprile e con tutta probabilita’ potremmo arrivare a superare anche il ponte del 25 aprile e forse anche quello del primo maggio. Vuol dire che se tutto va bene noi saremo stati due mesi chiusi, un danno enorme dal punto di vista economico, ma anche psicologico per le imprese. È evidente che questa e’ una situazione molto pesante, ci rendiamo conto che c’e’ un’emergenza sanitaria, sappiamo tutti che la salute va messa al primo posto, ma bisogna anche fare le cose con l’equilibrio necessario. Ci sono realta’ complicate, come quelle del nord Italia, e altre in cui l’epidemia ha un’aggressivita’ sicuramente non di quell’intensita’. Bisogna gestire le cose con il massimo dell’equilibrio. Perche’ nel frattempo le spese corrono, tra affitti, utenze e tributi locali su cui non c’e’ nessun intervento. A fronte di ricavi zero”.

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