DDL Zan, sanato manifestazione nazionale: appuntamento centrale a Roma

Roma – Continua la mobilitazione in sostegno del ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia. Dopo la piazza milanese dell’8 maggio, sabato 15 sara’ la volta di Roma, dove associazioni e realta’ sociali si sono date appuntamento alle 16 a piazza del Popolo con lo slogan ‘Per la legge Zan e molto di piu’: non un passo indietro’, e in contemporanea in altre piazze in tutta Italia.

‘Il disegno di legge per la prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identita’ di genere e sulla disabilita’ (conosciuto come ddl Zan) e’ ancora ostaggio in Parlamento ed e’ contrastato dalle forze piu’ reazionarie del Paese- scrivono su Facebook gli organizzatori- Si continua a rimandarne la calendarizzazione in Senato, si inventano tecnicismi assurdi e si raccontano fake news sulla legge. Al centro di questi giochetti politici, come al solito, ci sono le nostre vite e le nostre esistenze, che non trovano pero’ spazio e rappresentazione sui media, sui giornali, nelle discussioni sul ddl Zan.’

‘Da mesi ci mobilitiamo in tutte le piazze d’Italia, rispettando tutte le misure anti-Covid, per dire che e’ arrivato il momento di ascoltare la voce delle donne, della comunita’ Lgbtqia+, del mondo trans-femminista e delle persone con disabilita’. Siamo stanch? di subire una narrazione violenta condotta da chi vuole avere la liberta’ di odiarci, di discriminarci, di picchiarci, di ucciderci e di invisibilizzare i nostri corpi e le nostre vite. Lo diciamo chiaramente: la violenza non e’ un’opinione’.

‘Pretendiamo che questa legge venga immediatamente calendarizzata e approvata in Senato, senza ulteriori modifiche e senza altri passi indietro, come successo gia’ anni fa con la legge sulle unioni civili (legge Cirinna’) e lo stralcio della stepchild adoption e come accaduto questa volta con l’inserimento di un articolo, il salva-idee, misura giuridica ridondante- continuano gli organizzatori- Sappiamo quindi bene che questo disegno di legge e’ gia’ un compromesso al ribasso tra partiti e arriva con un ritardo di trent’anni. Al suo interno si propongono aspetti penali e alcuni provvedimenti nell’ambito delle ‘azioni positive’. Crediamo sia necessaria l’approvazione cosi’ com’e’ del ddl Zan’.

E chiariscono: ‘Crediamo anche che non sia sufficiente una sola legge per risolvere problemi radicati profondamente nella cultura e nella societa’ del nostro Paese, dovendo intervenire quindi con piu’ efficacia sugli altri fronti, spesso solo accennati all’interno del ddl, e per i quali serve un lavoro quotidiano e un totale ripensamento del presente, per creare finalmente una cultura del rispetto e della valorizzazione delle diversita’. Abbiamo un’altra idea di futuro e di societa’, non abbiamo bisogno di sopravvivere all’interno di un mondo ciseteropatriarcale, razzista, sessista e abilista. Durante la pandemia, sono aumentate le richieste di aiuto da parte di persone Lgbtqia+ e donne a causa di soprusi e vessazioni tra le mura domestiche. Conosciamo infatti le radici culturali e sociali di queste violenze strutturali e sistemiche, che non si risolvono solo con una legge’.

‘Non possiamo per questo rinunciare a porci numerosi altri obiettivi per generare quel cambiamento sociale necessario alle nostra comunita’- si legge ancora nella nota- Pretendiamo infatti educazione sessuale, all’affettivita’, al consenso e alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado, che sia in grado di contrastare anche l’abilismo; vogliamo il pieno riconoscimento della responsabilita’ genitoriale per tutt?; vogliamo la piena parita’ e dignita’ anche per ogni identita’ di genere fuori dal binarismo uomo-donna e per ogni orientamento sessuale e/o affettivo. Vogliamo servizi pubblici capaci di rispondere alle esigenze della nostra comunita’, dalla formazione del personale sanitario e medico a quella di giudic? e avvocat? fino al diritto alla salute e alla sanita’ pubblica realmente per tutt?; dalle politiche sul lavoro fino all’allargamento del welfare state in grado di garantire la nostra dignita’ e la nostra piena autodeterminazione’.

E ancora: ‘Reclamiamo consultori e centri antiviolenza autonomi, autogestiti e transfemministi, per donne e persone Lgbtqia+: andranno per questo monitorati bandi e fondi gia’ messi in campo dalla legge affinche’ questi siano adeguati alle nostre esigenze e diffusi su tutto il territorio nazionale. Con i nostri corpi, diremo che il sesso non e’ un destino e che le nostre vite contano, rivendicando la dignita’ di ogni identita’ di genere fuori dal binarismo: vogliamo per questo la fine della rettificazione genitale alla nascita per le persone intersex, la piena depatologizzazione dei percorsi di transizione; un ripensamento della legge 164/1982 e la piena applicazione della legge 194/1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, nonche’ una legge che vieti a chi pretende di curarci di praticare le cosiddette ‘terapie di riconversione”.

Secondo associazioni e reti organizzatrici della piazza a favore del ddl Zan ‘esiste inoltre il problema della sierofobia che allontana le persone della nostra comunita’ dall’accesso ai servizi sanitari. La pandemia ha evidenziato la necessita’ di investire sulla medicina territoriale e sulla sussidiarieta’: abbiamo gia’ gli strumenti sanitari per sconfiggere l’Hiv/Aids ma questo non sara’ possibile senza finanziare opportunamente i checkpoint community-based, investire su tracciamento, trattamento e conoscenza (la cosiddetta strategia 90/90/90) a livello nazionale ma soprattutto rendere gratuito l’accesso alla Prep (come avviene anche in altri Paesi europei)’.

Inoltre, ‘per le persone migranti e rifugiate, ad oggi e’ sempre piu’ difficile richiedere asilo per discriminazione verso minoranze sessuali e di genere. Il razzismo incide in maniera forte su questa mancanza di tutele, che noi invece riteniamo fondamentali: non possiamo e non vogliamo mettere da parte chi subisce omo-lesbo-bi-trans-intersex-afobia e attraversa i confini per salvarsi da quella stessa violenza che questa legge si propone di combattere. Vogliamo anche una vera ed effettiva inclusione delle persone con disabilita’ all’interno della nostra societa’, che passi da una vera inclusione lavorativa, dalla creazione e il finanziamento di servizi assistenziali che garantiscano una vita indipendente’.

Tra le richieste anche ‘il riconoscimento, la tutela e la giusta retribuzione dei caregiver, che non sono ne’ autisti ne’ badanti di chi non e’ autosufficiente ma sovente parenti, genitori o congiunt? e che sopperiscono alle mancanze dello Stato. Pretendiamo servizi scolastici adeguati, niente piu’ barriere nei luoghi di pubblica fruizione e nelle nostre citta”.

E aggiungono: ‘Anche i mass-media devono lasciare spazio alle persone con disabilita’, affinche’ diventino protagoniste del quotidiano e non piu’ ospiti (spesso da compatire o da ammirare) e, con i loro corpi e le loro competenze, possano gettare luce e far chiarezza su un mondo ancora misconosciuto dal ”rande pubblico’. Siamo stanch? di vedere giochi al ribasso sulle nostre vite: il ddl Zan non e’ che un primo passo e ne esigiamo l’approvazione senza altri compromessi e passi indietro. La nostra presa di parola vale molto di piu’ di chi scende in piazza a difesa del proprio diritto alla violenza che viene spacciata per liberta’ d’opinione. La nostra presa di parola vale molto di piu’, perche’ e’ di noi che si sta parlando’.

Queste le sigle che hanno organizzato la manifestazione: Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Uaar-Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, ArciGay Roma, Unione degli Studenti, Spiga Sardegna, Gay Center, Sardinia Friendly, Melitea, Corpi e Terra Non Una di Meno-Ecotransfemminismo multispecie, Liberazione Queer + Messina, Coordinamento Torino Pride glbt, Rete Genitori Rainbow, Macao, Libere Soggettivita’ Trans+ NUDM, Collettiv? Bruna-Gruppo Donne NovarArcobaleno, Taboo, Plus Roma, Rete della Conoscenza, NovarArcobaleno, Marielle-Collettivo Femminista e Lgbtqia+ Roma, Sparwasser, Omphalos Lgbti, Gaynet Roma, Orgoglio Bisessuale, Collettivo UgualMente, Plus, Link Coordinamento Universitario, Avvocatura per i Diritti Lgbti-Rete Lenford. E ancora: B-Side Pride, Gaynet Italia, Cgil Nuovi Diritti, Dgp Digayproject, Arc Cagliari, Prisma-Collettivo Lgbtqia+ Sapienza, Anteros Lgbti Padova, Gruppo Trans, Associazione Famiglie Arcobaleno, I Sentinelli di Roma, Link Roma, Disability Pride Network, Alfi Nazionale, Associazione Quore, Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’, Libellula, La MALA educacion. NOTA PER GLI UTENTI Il punto interrogativo nel virgolettato compare in luogo del simbolo schwa al momento non supportato da quasi tutti i sistemi editoriali.