Giulio Voce e il nuovo viaggio in musica verso Tortuga

Storie di quartiere, di mare e di libertà. Il progetto Voce ha avuto nel corso degli anni tante forme diverse ma sempre una sola anima, quella del giovane cantautore romano Giulio Voce. Nato sì nella città eterna, ma con origini calabresi “sarà forse anche per questo motivo che non mi sono mai sentito il classico romano doc, che ama in maniera incondizionata la propria città. Anzi, per essere onesto, ho avuto tanti momenti che ho pensato di lasciarla (cosa che sto pensando tutt’ora) per seguire dei progetti fuori Roma e fuori Italia. Ma sicuramente è la mia città e la amo e la odio allo stesso tempo. Odi et amo, credo che sia una buona sintesi per descrivere il rapporto con la città eterna” mi racconta.

L’evoluzione artistica di Giulio Voce, nato musicalmente prima come progetto solista e poi con l’omonima formazione in band, lo vede oggi nuovamente protagonista con un concept che torna in qualche modo alle origini (voce e chitarra) ma con una nuova identità artistica fortemente e inevitabilmente caratterizzata dalla sua crescita personale.

Dopo “Lithos”, “Terra bruciata” e l’Ep “Voce”, sono in cantiere adesso tanti nuovi progetti e un periodo ricco di novità e grandi soddisfazioni. “A brevissimo uscirà sul mio canale youtube e sulla pagina ufficiale facebook, il videoclip live ufficiale di “Tortuga” in versione elettrica – annuncia Giulio – Sto inoltre lavorando su diversi brani nuovi, visto che l’ultimo anno per me è stato molto particolare e intenso, pieno di fonti di ispirazioni. Brani nuovi e brani da aggiungere al concept “Gli ultimi della Tortuga” per provare a terminarlo”.

E mente si fa sempre più forte il desiderio per l’artista di entrare in studio e registrare proprio questa sorta di primo atto in un Ep da pubblicare a breve, tra fine Gennaio e inizi di Febbraio sarà in concerto all’Auditorium di Roma. “Sono molto emozionato al riguardo, per me è una grande opportunità, sarà un grande evento”.

In cantiere anche alcune date all’estero, anche se Roma resta sempre una grande fonte di ispirazione e tutt’ora la sua città. “Mi piace quando ho la possibilità viverla nei luoghi meno frequentati ma bellissimi, quei piccoli angoletti nascosti carichi di storia e di magia, potrei fare mille esempi, ma vi consiglio di lasciarvi trasportare da una passeggiata senza meta per la nostra città e ritrovarvi quasi sospesi nel tempo in qualche angolo di paradiso… o inferno”.

Per i suoi testi e per le sue canzoni si può dire che Giulio Voce tragga spunto praticamente da qualsiasi cosa lo possa ispirare. “Uno sguardo, uno scorcio, una chiacchierata magari al bancone di un pub o di un bar….(vedi ad esempio la canzone “Il barista”), che sia il mio vissuto o le storie di altri, mi piace prestare la mia penna e la mia voce per poi cercare di realizzarne un qualcosa, che sia poesia, canzone o semplice sfogo. Senza farlo apposta, credo di dare voce a una sorta di doppia anima, quella più poetica/romantica che si lascia attrarre da ciò che è sublime e quella appunto più da “basso ventre”, magari di notte…e in questo Roma e le sue anime aiutano tantissimo!”.

Non solo “terra” però, anche tanto mare. Storie di pirati e avventure a vele spiegate. Il perché del coinvolgimento così forte in questa metafora è spiegato proprio nel bisogno di evasione dal caos cittadino e nel fatto che il mare “ha sempre esercitato su di me un fascino profondo. Come aspirazione alla libertà, come contrapposizione alla noia e alla routine, all’essere legato sempre allo stesso posto /quartiere, per una vita”.

Dopo aver parlato di storie di quartieri (da qui mi hanno definito “cantautore di quartiere”) tipo con le canzoni “Le Panchine” o “Il Barista”, ho sentito la necessità di viaggiare con la mente e raccontare storie diverse, di altri lidi. Ho vissuto il mare sin da quando ero bambino e tutt’ora quando posso mi rifugio al Circeo, anche d’inverno, per parlare con la maga Circe alla quale ho dedicato una canzone “Il volto della maga” di cui trovate il videoclip anche su Youtube”.

Fresco di scrittura questo piccolo concept di sei brani (per il momento, visto che è ancora in divenire) che costituisce appunto il primo atto, traendo ispirazione dalle uscite in barca con l’amico giornalista RAI Stefano Orsini, “che mi ha aiutato nella stesura ad esempio de “La voce del mare”, dalle pescate insieme, dai bagni nel “Blu profondo”. Sono molto affezionato a questi brani e in particolare a “Tortuga”, che richiama un po’ il mondo piratesco, ma allo stesso tempo il nostro mondo attuale con tutte le sue contraddizioni, le ansie eccetera. Tra l’altro noto con piacere che sta diventando una delle canzoni più apprezzate dal pubblico…non fosse altro che il ritornello chiede a gran voce….”oste questa notte portaci da bere!” continua Giulio.

Un vero e proprio concept, dunque, con un tema e suggestioni molto precise. Una possibile fuga dalla propria vita quotidiana  tramite il viaggio. “Nulla di nuovo, ne parlano sin dall’antichità, ma non ha mai smesso di affascinarci. Ho mischiato elementi moderni a temi “pirateschi”, fino a richiamare anche il mito omerico di Odisseo e soprattutto “Penelope”, visto che è il titolo di una delle canzoni, ho cercato di rapportare il tutto a una possibile storia attuale e moderna”.

Per celebrare in qualche modo questa nuova fase artistica, Giulio ha scelto l’intimo e suggestivo palco del Crash Roma per una serata live dedicata sì ai vecchi brani ma anche a nuove atmosfere in qualche modo di buon auspicio per tutti questi interessanti progetti presenti e futuri.

Ho scelto di esibirmi voce e chitarra. Era da un po’ che non suonavo da solo ed è stato bellissimo perché siamo riusciti a ricreare quella tipica atmosfera di quelli che reputo tra i miei concerti migliori. Come un dopocena con amici, una suonata in spiaggia dove si respira intimità, dove c’è uno scambio così diretto e viscerale di flussi ed emozioni. Credo la serata al Crash sia stata esattamente questo. Ho usato il plurale “siamo riusciti”, perché è stato uno scambio, appunto, con il pubblico”.