Madre tortura i figli: “Erano ridotti come i bambini del campo di sterminio di Auschwitz”

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    «Erano ridotti come i bambini del campo di sterminio di Auschwitz», queste le parole forti usate dall’ispettore della Squadra Mobile Fabio Reali per descrivere le condizioni dei piccoli di 5 e 7 anni abbandonati e maltrattati dalla madre in un casolare di Aprilia.

    La donna di 25 anni è finita a processo per maltrattamenti mentre i piccoli, curati  dall’ospedale Bambino Gesù di Roma, porteranno per sempre addosso e nella psiche le conseguenze di quanto accaduto nei loro primi anni di vita. “Si vedevano le ossa per quanto erano magri, il fisico era deformato, la pancia gonfia a dismisura, avevano ovunque morsi di topi e segni di sigarette spente”, le parole dell’agente. Il compagno della madre, che si è dato alla fuga, è ricercato. Il padre dei bambini, invece, vive in Francia con i due gemelli avuti con la donna e sarebbe estraneo alle sevizie, non sapendo cosa accadeva in quell’appartamento di Aprilia.

    I due bambini si trovano adesso in comunità. Uno resterà cieco per tutta la vita, mentre l’altro ha un problema permanente all’omero. Quando la polizia li ha trovati stavano vagando per strada, senza meta. Svestiti e denutriti, con addosso i segni delle torture, bruciature di sigarette e acqua bollente. Una realtà orribile che si protraeva almeno da due anni, ossia da quando la donna si era trasferita a casa del nuovo compagno in un casale di Aprilia. Qui avrebbe smesso di occuparsi dei figli, lasciati senza acqua né cibo e torturati giornalmente. Per la fame, i piccoli hanno provato a saziarsi mangiando terra. Quando le forze dell’ordine li hanno trovati, i piccoli si esprimevano a gesti, non sapevano parlare né comunicare. Subito si sono messi sulle tracce della madre: la 25enne è stata arrestata mentre stava per andare in Francia, dagli altri due figli.

     

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