Scomunica per mons. Carlo Maria Viganò

Monsignor Carlo Maria Viganò è stato scomunicato per scisma. La decisione vieta ogni attività liturgica e amministrativa, con l'invito al ravvedimento.

L’ex nunzio negli Stati Uniti non potrà celebrare messe né sacramenti.

Monsignor Carlo Maria Viganò ha ricevuto la scomunica ‘latae sententiae’ per scisma. Come precisato dai media vaticani, “allo scomunicato è proibito celebrare la messa e gli altri sacramenti, ricevere i sacramenti, amministrare i sacramentali e celebrare cerimonie di culto liturgico. È inoltre vietato esercitare uffici, incarichi o funzioni ecclesiastici e porre atti di governo”. La scomunica, tuttavia, è definita come una pena medicinale che invita al ravvedimento, mantenendo la porta aperta per un ritorno alla comunione.

Il 21 giugno scorso, Viganò aveva reso pubblico il decreto che lo convocava a Roma per rispondere delle accuse, con la possibilità di nominare un avvocato difensore o presentare una memoria difensiva entro il 28 giugno. Non avendo compiuto tali passi, gli è stato assegnato un difensore d’ufficio che ha condotto la difesa secondo le norme del diritto canonico. Oggi è stato emesso il verdetto.