Rottamazione cartelle esattoriali ante 2015

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    Altro punto molto controverso in ogni manovra finanziaria è la pace fiscale tra Stato e contribuenti, che in sostanza, concerne il condono fiscale sulle cartelle esattoriali non pagate.

    Nella nuova Legge di bilancio il Governo ne ha inserita una che però, il Ministro all’Economia ci tiene a specificarlo, non è una sanatoria perché e «non c’è spazio per sanatorie», bensì una tregua fiscale. La distinzione è sostanziale: la tregua fiscale serve a riappacificare il fisco con il cittadino contribuente andando incontro a chi ha avuto difficoltà economiche che non gli hanno permesso di onorare il proprio debito. Speso si tratta di professionisti o piccole realtà economiche che sono andate in crisi nel periodo pandemico o semplici cittadini che hanno perso il posto di lavoro o hanno subito gli effetti della crisi economica post covid.

    La misura riguarda  le cartelle esattoriali fino a mille euro maturate al 2015. Il testo infatti prevede che «Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015». Questi importi pur pesando sul bilancio statale per 1.132 miliardi di euro sono importi difficili da incassare e che al massimo, possono essere riscossi per una misura del 6% sul totale.

    Per le cartelle esattoriali sopra i mille euro è previsto il pagamento per intero con una sanzione del 3% aggiuntiva, ed eventuale dilazione in 5 anni per il pagamento. Mentre per le cartelle successive al 1° gennaio 2016, andranno pagate per intero senza l’aggiunta delle sanzioni e degli interessi. Rimane valida tuttavia anche in questo caso il saldo dilazionato in cinque anni.

    Nella manovra inoltre il governo va incontro anche a chi non è riuscito a pagare tutte le tasse con la dichiarazione dei redditi del 2021, applicando solo la sanzione per il pagamento in ritardo del 3%, e la possibilità di pagare rateizzando l’importo in 5 anni. Infine è previsto  un “ravvedimento operoso” più graduale per chi ha evaso il fisco, dichiarando meno di quello che effettivamente avrebbe dovuto dichiarare: in questo caso i contribuenti hanno  due anni di dilazione per effettuare i pagamenti con l’aggiunta di una sanzione del 5%

    Alessio Cecera

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