Premio Angi 2020, intervista a Sergio Passariello (Euromed International Trade)

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    Straordinario successo per la terza edizione del Premio Nazionale ANGI. Molti i sostenitori che hanno contribuito a rendere questa manifestazione così unica e speciale. Tra coloro che hanno sostenuto l’ANGI, l’interessante azienda  Euromed International Trade, scopriamo la loro storia in questa speciale intervista in esclusiva con i loro fondatori.

    Come nasce e cresce Euromed?

     

    Euromed International Trade nasce da precedenti esperienze nella gestione d’impresa che hanno alimentato l’interesse nella ricerca di soluzioni per la crescita delle aziende italiane e per la loro competitività in ambito globale. Il nostro tessuto economico è costituito in larga parte da PMI manifatturiere che con i loro prodotti di qualità hanno scritto il miracolo economico italiano nel secondo dopoguerra, ma che si sono trovate anche ad affrontare carenze strutturali per affrontare le nuove sfide dell’era globale e digitale. Da qui l’idea di progettare servizi ad hoc, integrati e personalizzati, per l’internazionalizzazione e la ricerca di nuovi mercati in tutto il mondo con l’obiettivo di portare l’impresa a intercettare nuovi clienti e far crescere il proprio volume d’affari. In base alle esigenze dei nostri tempi, l’offerta rivolta alle aziende si è allargata all’accesso ai finanziamenti, ai processi di digitalizzazione, alla comunicazione e allo sviluppo di nuove competenza attraverso percorsi di formazione ad hoc.

     

    Qual è la value proposition della vostra azienda?

     

    L’azienda che decide di seguire il nostro percorso di internazionalizzazione viene seguita con un processo accurato, progettato a monte e calato sulla realtà specifica, attraverso una serie di step che includono l’analisi della situazione esistente, con i punti di forza e di debolezza, l’individuazione dei mercati e dei competitors, la scelta di target, prezzi, azioni di marketing, specifiche tecniche ed etichettatura dei prodotti. Il cliente viene quindi accompagnato in ogni fase della realizzazione del programma di export e nella sua revisione periodica sulla base dei risultati raggiunti. Non si tratta di singole azioni, ma di un sistema integrato che assicura all’azienda uno strumento di accompagnamento costante, completo, sicuro e affidabile.

     

    L’importanza per le start-up di collocarsi in un panorama internazionale?

     

    Le due parole chiave per le start-up di oggi sono: innovazione e internazionalizzazione. Guardare ai mercati esteri è un elemento essenziale per una realtà ancora poco strutturata e priva di un parco clienti consolidato. Legare la propria sorte al destino del solo mercato interno comporta notevoli rischi, considerando che l’idea di un prodotto o servizio potrebbe essere più appetibile commercialmente in un Paese diverso dall’Italia, a seconda di una serie di fattori economici e anche culturali. E la scarsa conoscenza dei mercati a noi lontani non deve spaventare: richiede uno sforzo maggiore per raggiungerli, da affiancare ai già gravosi processi di avvio del nuovo business, ma restituisce, anche in tempi ragionevoli, risultati e profitti proporzionalmente superiori ad ogni sacrificio iniziale. Sacrificio che viene poi attenuato se condiviso con l’affiancamento di una realtà consulenziale preparata e qualificata.

     

     

    Quali sono gli strumenti più utili da reperire per il finanziamento?

     

    Soprattutto in un tempo di importanti sostegni legati all’emergenza coronavirus, le opportunità da non perdere arrivano dagli enti pubblici in ambito nazionale ed europeo. Il nostro staff sta monitorando costantemente tutte le concessioni di finanziamenti agevolati e a fondo perduto gestite dalle autorità nazionali, regionali e delle camere di commercio. Così come i bandi europei più adatti alle esigenze dell’impresa e delle startup. Riusciamo così a integrare le attività di internazionalizzazione e di innovazione, ma non solo, anche attraverso l’accesso ai finanziamenti più adatti alle esigenze dell’impresa, individuate attraverso la redazione di accurati studi di fattibilità.

    Esiste poi la parte dei business angel, soggetti privati che apportano capitali alle imprese, soprattutto in fase di startup, per recuperare l’investimento al momento della spartizione degli utili o per entrare stabilmente nell’azienda come soci, sposando un progetto in cui credono fortemente.

    Non sembra credere molto nelle nuove imprese, invece, il mondo bancario, che ormai da qualche anno non vive un periodo felice per la parte dell’accesso al credito, ostruendo i rubinetti della liquidità con richieste sempre più rigide e sproporzionate nei confronti di chi vuole investire. Ma la speranza è che anche gli istituti di credito possano invertire, sulla scia di un rinnovato entusiasmo per la spinta innovativa delle imprese che farà guadagnare loro più fiducia.

     

    Quale messaggio vi sentireste di indirizzare ai giovani innovatori?

     

    Il futuro è dalla vostra parte. Il nostro mondo e le nuove generazioni vi saranno grati per le novità che cercate di portare nei mercati con il vostro ingegno, la vostra curiosità e la vostra passione, migliorando la qualità della vita delle persone. Il mio invito è di continuare a correre su questa strada, ma senza dimenticare di riservare la giusta attenzione alle molteplici forme di ricchezza che sono a servizio della nostra umanità: non solo la ricchezza intesa come benessere economico, ma anche quella derivante dalle diversità e dall’interculturalismo, da stili di vita e modelli di produzione ecosostenibili, dalla responsabilità sociale e dalle pari opportunità. Sulla base di questi valori fondamentali potremo affermare il valore della modernità attraverso le tecnologie, la digitalizzazione e l’innovazione.

     

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