Le pillole di Polly: recensione di “La casa sul mare celeste” di TJ Klune

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    Secondo Linus Baker, per essere un bravo assistente sociale non ci si può accontentare semplicemente di svolgere il proprio lavoro.
    Ogni assistente sociale che si rispetti, infatti, sa di essere incaricato di una altissima missione: difendere i diritti dei propri assistiti ed assicurarsi che ci siano le condizioni perché vivano al meglio.

    Linus non sa se ci riesce, ma sicuramente ce la mette tutta. Si occupa di orfanotrofi “speciali”, ossia di istituti che ospitano bambini con poteri magici, e quando ne ispeziona uno si prende veramente a cuore la sorte dei ragazzi e si accerta che vengano trattati bene.
    Certo, una volta compiuto il suo dovere Linus non si interessa più di quei minori.
    Del resto, il Manuale delle Norme e dei Regolamenti parla chiaro: un assistente sociale non deve affezionarsi ai bambini che segue.

    Piuttosto, deve preoccuparsi di presentarsi ogni mattina puntuale in ufficio, naturalmente dopo aver controllato di essere in ordine e di non avere macchie sui vestiti; poi, cosa ancora più importante, deve eseguire il proprio lavoro rispettando alla lettera le indicazioni della Suprema Dirigenza pena, nei casi più gravi, il licenziamento.

    In quindici anni di servizio è proprio questo che Linus ha sempre fatto. Né si è mai sognato di lamentarsi del fatto che al Ministero si tenesse così tanto alle regole; del resto, non ne ha mai violata una.
    Non che questo gli sia valso granché; al Dipartimento della Magia Minorile i suoi colleghi non lo degnano di uno sguardo e i superiori lo disprezzano, e nemmeno tanto velatamente. Ma non è un problema, perché lui della stima dei suoi colleghi non sa che farsene.

    In fondo, nella sua vita una vera amica c’è: la sua gatta Petunia, e a lui basta, o almeno di questo si è convinto.
    Poi, però, accade qualcosa; una mattina che sembrava uguale a tutte le altre la Suprema Dirigenza gli affida un incarico molto speciale. Dovrà recarsi a Marsyas, un’isola sperduta, per accertarsi che nell’orfanotrofio gestito da tale Arthur Parnassus tutto fili secondo i voleri del Ministero e che i bambini magici ospitati lì siano trattati secondo le regole.

    In quell’isola, tuttavia, in breve tempo Linus intuisce che, per la prima volta in vita sua, potrebbe correre un rischio. Quello di capire che, a volte, le certezze granitiche che ci si convince di possedere poggiano su pilastri di sabbia. E quando quei pilastri fragili crollano, sollevano molta polvere e fanno emergere l’abisso che nascondevano.
    Per fortuna.

    “La casa sul mare celeste” è un delizioso romanzo di TJ Klune, uno scrittore americano conosciuto per i suoi romanzi fantasy delicati e pieni di sentimenti.

    In effetti, nel romanzo la magia c’è, ma tutto sommato è un elemento di contorno. Klune, infatti, non ha dato vita agli indimenticabili personaggi dell’opera per stupire il lettore con “effetti speciali”. Quello che gli interessa, infatti, è di mostrare quanto sia importante nell’esistenza di tutti l’amore, al punto che quando lo si incontra non bisogna farselo scappare, in qualsiasi forma si manifesti.
    Questo lo capisce fin dall’inizio, anche se in modo ancora confuso, Linus Baker, che svolge il suo mestiere di assistente sociale con passione e attenzione nei confronti dei ragazzi che segue; inoltre, farebbe qualsiasi cosa per Petunia, la sua gatta dal carattere scorbutico.

    Il messaggio è ancora più chiaro per Arthur, che dedica la sua esistenza a riportare un po’ di serenità nella vita di alcune povere creature che hanno l’unica colpa di essere diverse dai loro coetanei.

    E tuttavia, l’importanza dell’amore l’hanno compresa meglio di tutti proprio loro, i bambini magici, emarginati dalla società perché complicati e scomodi. La verità è che questi ragazzi potrebbero insegnare agli adulti il significato delle parole “rispetto”, “devozione” e “lealtà”; potrebbero farlo tutti loro, perfino il più problematico, il piccolo Lucy, che è nientepopodimeno che il figlio del diavolo.

    Complimenti a Klune per questo romanzo commovente e capace di scaldare il cuore, consigliato se si amano le storie di buoni sentimenti.

    Federica Focà

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