Gli zampognari foto

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    Con l’avvicinarsi del Natale, nel periodo della novena, iniziano a presentarsi gli zampognari. Sono una delle caratteristiche del Natale italiano, in special modo nelle regioni del centro sud Italia. L’atmosfera del Natale nell’immaginario popolare italiano è accompagnata dal suono delle zampogne e delle ciaramelle come dimostrano le classiche poesie natalizie come la poesia “le ciaramelle” di G. Pascoli oppure “gli zampognari” di G. Rodari. Lo zampognaro suona sempre accompagnato dal suonatore di Ciaramella, insieme contribuiscono a creare quel suono caratteristico.  Lo zampognaro è una figura pastorale che si perde nella storia e si ammanta di un mistico romanticismo. Un pastore errante, un musico della transumanza che contempla i cieli stellati, un filosofo silenzioso. Lo strumento musicale utilizzato dai pastori ha, comunque, un utilizzo pratico:quello di chiamare a raccolta le greggi che sono al pascolo. La zampogna trova la sua origine nella parola greca Συμφωνία, synphonia, suono.

    La ciaramella deriva direttamente dal greco kàlamos, ossia canna. La ciaramella non suona quasi mai da sola ma sempre accompagnata dalla zampogna. Entrambi questi strumenti musicali che accompagnano le feste natalizie hanno origini ancestrali.

    Per definizione lo zampognaro è il suonatore di zampogna, strumento musicale a fiato, questo strumento era diffuso fin dall’età arcaica. E’costituito da un otre che fungendo da serbatoio d’aria si gonfia per consentire al musicista di riprendere fiato senza interrompere il suono. In origine lo zampognaro veniva dal vicino Oriente. Dal vicino Oriente, l’utilizzo della zampogna, passò alla Grecia dove sappiamo, dalle fonti storiche e dalle raffigurazioni, che i pastori greci usavano questo strumento per celebrare il dio Pan, dio pastorale per eccellenza.

    Si narrache i sacerdoti di Pan, per celebrare la divinità, vollero creare uno strumento che riassumesse la caratteristica principale del loro dio.I pastori creavano questi strumenti con pelli di capra e canne, tipici elementi facilmente reperibili dai pastori. La zampogna, inoltre, serviva a stabilire una comunicazione con il dio Pan, inventore mitologico di questo di questo strumento.

    Quindi uno strumento legato alla simbologia del dio Pan, il cui suono aveva il compito di accompagnare le cerimonie pastorali in onore del dio che accompagnavano il cadenzato susseguirsi delle stagioni. Un elemento che, come la musica stessa, legava le antiche popolazioni alla terra e alla sua forza ricreatrice, che veniva impersonificata dal dio delle selve che era metà e metà uomo e metà capra.

    Al dio Pan è anche legato il senso di paura incontrollata,ossia il panico, che deve il suo nome al dio Pan appunto. Lo strumento di Pan che spesso è appellato con diversi nominativi: zufolo, stringa, zampogna, aveva anche la funzione di allontanare la paura e infondere coraggio.

    Stando alla mitologia sappiamo come nasce lo strumento di Pan, infatti, ci racconta Ovidio: “Un giorno il dio Pan, il dio di tutti i boschi e delle foreste, si aggirava lungo le rive di un fiume. Allegro e spensierato come sempre vide una ninfa degli alberi il cui nome era Siringa (gr. Σῦριγξ), (Syrinx) e se ne innamorò perdutamente. Quando la ninfa vide il dio, per metà uomo e per metà capra, rimase terrorizzata e scappò verso il fiume nascondendosi tra i canneti. Spaventata non voleva ricambiare in alcun modo l’amore del dio e supplicò le ninfe dell’acqua che abitavano il fiume di trasformarla in una della canne del canneto. Così avvenne. Il dio Pan la rincorse ma non riuscendo a trovarla comprese cosa era accaduto. Sconsolato ed afflitto prese una canna e la tagliò riunendo ed allineando i pezzi. Il dio cominciò a soffiarci dentro cercando conforto nella musica di quello strumento musicale che era appunto Siringa, il primo flauto di Pan della storia”. (Ovidio, Le metamorfosi, I, 689)

    A Roma questo strumento a fiato con serbatoio d’aria a sacco, era chiamato “utriculus”,  le fonti storiche di autori come Svetonio, Marziale,Dione Crisostomo, descrivono l’imperatore Nerone, amante delle arti e della musica, nell’atto di  dilettarsi con le zampogne (“utriculus”) .

    Quindi il suono sinfonico delle zampogne e delle ciaramelle è una melodia che viene da molto lontano,  collocandosi prima della nascita di Cristo.

    Anche se, storicamente, non è sbagliato mettere nel presepe gli zampognari perché, forse, tra i pastori che fecero visita a Gesù bambino c’erano dei suonatori di zampogna che addolcirono, con la dolce loro musica, la notte della sua nascita.

    Emiliano Salvatore

     

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