Le pillole di Polly: recensione di “Vegliare su di lei” di Jean-Baptiste Andrea

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    A proposito di Mimo Vitaliani si possono dire molte cose, ma di certo non che sia una persona ordinaria.

    È vero, è solo uno dei tanti ragazzini che la Grande Guerra ha reso orfani di padre; tuttavia, a parte questo, sembra che il destino si sia divertito a fare di lui un eccentrico.

    Dopo essere rimasta vedova, la madre ha pensato bene di spedirlo via dal piccolo paesino della Francia dove vivevano, dicendogli che lo avrebbe raggiunto il prima possibile. Così, gli ha preso un viaggio di sola andata per Pietra d’Alba, dove si sarebbe sistemato dallo zio Alberto, che gli avrebbe insegnato anche l’arte della scultura. Peccato che, in realtà, Alberto non sia suo zio né per sangue né tantomeno per affetto nei confronti del presunto nipote.

    Una volta in Italia Mimo viene considerato ancora più strambo che in patria, e per molti motivi.
    Primo, perché è un trapiantato, uno straniero venuto da Oltralpe magari con qualche intenzione inconfessabile.

    Poi, perché si dà arie da grande scultore anche se tutti, a cominciare dallo zio, pensano che si dimostrerà incapace perfino di tenere in mano uno scalpello.

    Il vero motivo per cui la gente lo addita, tuttavia, è un altro. È la sua altezza, o meglio la sua bassezza: Mimo è alto un metro e quaranta, ed è destinato per questo a guardare per sempre tutti dal basso.

    Eppure, il ragazzino non si scompone più di tanto per i suoi problemi. Sua madre è lontana, certo, ma prima o poi potrebbe raggiungerlo come ha detto che avrebbe fatto.

    Poi, di nascosto dallo zio che gli affida solo incarichi di poco conto, ogni tanto riesce a fare una scultura vera; certo, non potrebbe senza la complicità di Vittorio, l’altro apprendista del laboratorio che gli vuole bene e partecipa a tutte le sue avventure.
    Così, Mimo trova un modo di vivere semplice, che magari non è quello che si aspettava ma che per il momento gli va bene.

    Fino al giorno in cui, finalmente, un raggio di sole autentico entra nella sua vita. E quella luce vivida si chiama Viola Orsini, una coetanea di nobili natali che il destino gli ha fatto incontrare apparentemente per caso.

    La ragazzina appartiene alla casata più importante del posto, ma se ne infischia della differenza di ceto tra loro e pure di quello che pensa la sua famiglia. Così, decide che quel nano scansato da tutti sarà suo amico.

    È allora, e solo allora, che Mimo lotterà veramente per mettere in pratica il grandissimo talento di scultore che sa di avere anche se nessuno glielo riconosce. Sì, perché finalmente ha un motivo per provare a essere migliore. Per Lei.

    “Vegliare su di lei” è un romanzo di Jean-Baptiste Andrea, che ha ambientato l’opera in Italia perché ama particolarmente il nostro paese, anche se vi è poco conosciuto.

    Il romanzo, che nel 2023 si è aggiudicato il prestigioso Premio Goncourt, riconcilia il lettore con le modalità di assegnazione dei premi letterari, perché rappresenta un giusto riconoscimento per un lavoro intenso, commovente, ben scritto e con personaggi meravigliosi. Poi, all’autore va riconosciuto anche il merito di aver avuto il coraggio di scegliere come protagonista un nano, figura quasi assente in letteratura con l’eccezione del grande Tyrion Lannister del “Trono di Spade”.

    Il Mimo Vitaliani di Andrea è diverso, ma non meno riuscito del personaggio nato dalla penna di George R. R. Martin. È intelligente, pieno di creatività e rimane umile anche se è dotato di un talento straordinario, tanto da essere degno del suo vero nome, Michelangelo. Certo, in un periodo della sua vita la gloria gli interesserà e farà pure qualche compromesso pur di ottenerla. Ma la grandezza di Mimo è la sua capacità di amare, grande, sconfinata al punto di fare miracoli, e nel vero senso della parola.

    Certo, Mimo non sarebbe stato niente se non avesse incontrato Viola. È Lei la sua musa ispiratrice, il suo tutto, colei che gli ha insegnato a vivere. È Lei, coraggiosa com’è, che gli ha fatto capire cosa significa essere anticonformisti, che gli ha insegnato che nella vita bisogna avere tanto entusiasmo, ma anche compassione nei confronti dei più sfortunati.

    Due personaggi così valgono da soli il prezzo del biglietto. Tuttavia, l’opera di Andrea è molto di più. È un romanzo in cui la ricostruzione storica è estremamente accurata e frutto di una lunga preparazione; inoltre, la scrittura è curata nei minimi particolari ed esprime le emozioni fortissime che provano i protagonisti, trasmettendole ai lettori.

    Ecco perché “Vegliare su di lei” è un romanzo assolutamente da non perdere, da leggere con la fiducia di essere catturati dalla narrazione e di commuoversi grazie a una storia in cui l’unico, vero centro è l’amore.

    Federica Focà

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