Primo taglio dei tassi da parte della Bce, ma stima inflazione è rivista al rialzo

Roma – All’indomani del primo taglio dei tassi di riferimento effettuato dalla Banca Centrale Europea, il primo dal lontano 2019, che ha portato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, tra addetti ai lavori e comuni cittadini già ci si interroga su quali saranno le prossime mosse del Consiglio diretto da Christine Lagarde.

Prossime mosse saranno dettate dai dati macroeconomici
Quel che ieri è stato fortemente ribadito da Lagarde è che la Bce non ha preso alcun impegno preventivo sui prossimi tagli, sottolineando come ogni decisione verrà presa sulla base dei dati riguardanti, tra gli altri, la crescita economica, l’aumento dei salari e il possibile rimbalzo dell’inflazione durante il periodo estivo, anche in vista dell’accumulo di scorte di gas in ottica inverno. Con queste premesse, definire probabile un ulteriore taglio dei tassi nella prossima riunione del 18 luglio appare quantomeno ottimistico, se non direttamente fuori luogo, mentre potrebbe essere decisamente più realistico assistere ad una seconda sforbiciata nella riunione del 12 settembre, quando si avrà un quadro più delineato sugli effetti generati dal taglio di 25 punti base effettuato ieri.

Tassi tagliati, ma inflazione rivista al rialzo
Nonostante questo primo taglio, la Bce ha comunque rivisto al rialzo le proprie proiezioni inflazionistiche, passando dal 2.3% al 2.5% per il 2024 e dal 2% al 2.2% per il 2025, lasciando invece invariata all’1.9% la proiezione per il 2026. Queste rivisitazioni, che indicano come l’inflazione sia ancora piuttosto pervicace e lontana dal target prefissato, sono un ulteriore motivo per cui ogni decisione in merito ai tassi verrà presa osservando i dati macroeconomici riunione per riunione, senza corse improvvise che potrebbero portare ad un rimbalzo dell’inflazione e ad ipotetici nuovi rialzi dei tassi. Altra domanda da porsi è quanto la Bce vorrà discostarsi dalle decisioni che la Federal Reserve prenderà negli Stati Uniti, dove l’inflazione appare più tenace: nonostante le smentite di Lagarde, questo rimane un interrogativo da tenere in considerazione, in quanto una prolungata differente politica monetaria potrebbe influenzare il cambio Euro-Dollaro.

Primo taglio dei tassi, l’effetto sui titoli in portafoglio
Con questo primo taglio dei tassi di riferimento, le future emissioni di Titoli di Stato avranno rendimenti leggermente inferiori rispetto a quelli che siamo stati abituati a vedere nel corso di questo ultimo anno; di contro però, con questa prima sforbiciata, la Banca Centrale Europea ha dato il via a quel processo che vede interessato chiunque già abbia in portafoglio Titoli di Stato dell’Eurozona: questi ultimi, garantendo rendimenti più elevati rispetto ai titoli di nuova emissione, assumono maggior valore, permettendo quindi ai possessori, in caso di vendita anticipata, di poter realizzare una plusvalenza, più o meno elevata in base alla scadenza del titolo in questione.

Andrea Trupiano