Scashback, l’iniziativa sfascio del governo con le card

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    Scashback, l’iniziativa sfascio del governo con le card –

    Cercano di fare le grandi pensate con annesse iniziative i geni al governo e, puntualmente, non gliene va bene una.

    Non paghi della “bischerata” già praticata con l’”App Immuni” sul Covid, arenatasi subito dopo la sua attivazione – ci riferiamo all’applicazione sfornata dal governo in pompa magna e tanto sbandierata come idea geniale e salvifica per aiutare a combattere la pandemia – i signori dei piani alti ne hanno subito combinata un’altra delle loro.

    Ci riferiamo al “Cashback” che, visti i primi risultati ottenuti con il blocco della piattaforma per l’eccessiva adesione, sarebbe meglio definire “Scashback”, l’iniziativa che prevede, tramite l’”App IO”, a partire dall’1 gennaio 2021, il rimborso del 10% di quanto speso con sistemi di pagamento elettronico, esclusivamente presso i negozi fisici, escludendo quindi gli acquisti online.

    Nel frattempo, dal giorno 8 di dicembre, è partito il cosiddetto Cashback di Natale. Trattasi della versione sperimentale ridotta, sempre della stessa iniziativa governativa, finalizzata a limitare il pagamento in contanti e rivolto ad incentivare, invece, gli esborsi correnti mediante le carte di credito o i bancomat, prevedendo per tale incentivazione una restituzione in danaro di una percentuale di quanto pagato con le carte in maniera cash nell’arco di un semestre.

    Difficile non chiedersi ansiosamente, anche per le menti più bonarie, chi siano stati i geni che hanno dettato le linee guida per potersi registrare ed aderire a tale iniziativa del nostro esecutivo.

    Per iscriversi al sito dove si può praticare il Cashback, cioè all’App IO, intanto, – espletamento facile facile – occorre o essersi già registrato allo SPID (non trattasi dell’adesione al cartone animato di Speedy Gonzales, il topo più veloce del mondo immortalato dai cartoons della Warner Bros., sito questo sicuramente più noto e benvoluto da giovani ed anziani!), bensì al Sistema Pubblico di Identità Digitale o, in alternativa, essere già in possesso della CIE (che non è la tessera della nota agenzia anti crimine statunitense), ma alla ben più prosaica Carta di Identità Elettronica, ancora sconosciuta per lo più a quasi tutti i non burocrati, soprattutto agli sventurati già in possesso di carta d‘identità di tipo cartaceo.

    I malcapitati vogliosi di Cashback, poi, che spinti da irrefrenabile desiderio di modernità e da libidine di approvvigionamento di ammennicoli digitali, decidessero di dotarsene, trascurando l’insignificante particolare di volerlo fare in piena era Covid, avrebbero la rallegrante sorpresa, non solo di doversi recare addirittura di persona, per poterla ricevere, negli uffici di zona dell’Anagrafe del Comune (fare il documento on line non è possibile: brava Raggi!), uffici tutti ovviamente ermeticamente chiusi per motivi di sicurezza anti pandemia ed anche sguarniti di personale, essendo ormai gli addetti, da diverso mesi, tutti dediti al nuovo gioco, per loro veramente “smart”, dello Smart Working.

    Difficile per i signori di PagoPA S.p.A., la società incaricata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per lo sviluppo e la gestione della piattaforma tecnologica dell’App IO, ragionare sul dato concreto che la nostra popolazione è ormai composta in misura maggiore da persone “datate”, ancora poco avvezze, per possibilità, esperienza e propensione, al digitale, agli iPhone ed ai Pc, evitando così di doverle discriminare, in maniera così tangibile, nei confronti delle minoritarie classi di giovani e di persone di media età.

    Da una nostra mini inchiesta su un campione sufficientemente rappresentativo di persone (1000 intervistati) propense ad aderire alla piattaforma digitale di gestione del Cashback, abbiamo rilevato che gli anziani, rappresentati da persone dai 65 anni in sù, intenzionate ad aderire all’iniziativa, rappresentavano, al momento della nostra inchiesta, e rappresenteranno attualmente, dopo le avvenute registrazioni alla piattaforma digitale, solo un infinitesimo 0,05 per cento degli oltre 7 milioni di richiedenti comunicati. Aderenti che, in un sol colpo, sono riusciti, a bloccare la funzionalità della straordinaria ed efficientissima piattaforma digitale App IO, determinando così di fatto una discriminazione bella e buona della possibilità di aderirvi per una consistente parte della popolazione del nostro paese.

    Ai signori gestori di PagoPA, con i dati in loro possesso registrati, il compito di smentire o di validare con dati ufficiali quelli ricavati dalla nostra ricerca, azzerando o amplificando questa discriminazione perpetrata a danno delle persone italiane di maggior età.

    Se per piccole iniziative si gestiscono così malamente le cose, non vogliamo pensare a cosa accadrà quando si dovrà provvedere a cose veramente importanti, quali per esempio, tanto per rimanere sull’attualità, la vaccinazione di massa.

    Con questo governo e con questa classe dirigente da loro avallata e sostenuta, che Dio ce la mandi buona!

    Pier Francesco Corso

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